Finisce l'800 e inizia il nuovo secolo con il Neoclassicismo imperante, con il suo recupero del bello e del gusto delle cose perdute dell'antichità classica greca e romana. Il 'Ritratto di Napoleone' di Andrea Appiani ne è l'espressione compiaciuta. Il Romanticismo è giudicato giù di tono ma ha visto figure come il marchese Massimo Taparelli D'Azeglio (1798-1866), uomo di Stato e forbito scrittore di cose politiche e di romanzi di largo successo. Iniziò per irreversibile 'vampa interna' la sua multiforme attività di pittore studiando seriamente a Roma. Stretto nei canoni accademici produsse le migliori opere nel suo passaggio dall'Accademia al naturalismo ('Ippalca e Ruggero', 'La Disfida di Barletta', 'La Battaglia di Legnano', fino al tardo 'Ulisse e Nausica'). Esmpio di paesaggista romantico fu Antonio Fontanesi che fu insegnante di paesaggio all'Accademia Albertina di Tornio. I movimenti seguenti furono il Verismo e il Realismo i cui pittori erano preoccupati della resa del vero ed un vero uguale per tutti sembra il punto di confluenza, realistico, fino alla crisi pittorica della realtà. Tra di essi i fratelli Domenico e Gerolamo Induno in Lombardia. Giovanni Segantini fu il fondatore e il campione del DIvisionismo la cui tecnica, però, fu inventata in Francia. Egli era pittore verista. In Veneto emerse Federico Zandomenighi. Altro movimento dell'epoca verista vide operare i macchiaioli come Giovanni Fattori (1825-1908) e i macchiaioli toscani. Importante anche il Reliasmo napoletano con il suo vedutismo ed i ritratti. Il più rigoroso verista fu Giuseppe De Nittis (1846-1884). Apprezzata fu anche la delicata pittura di contenuto sociale di Gioacchino Toma. Lungo il viale della storia seguì il gusto Liberty o Art Nouveau o di secessione o Jugendstil. La preoccupazione principale dei pittori di questo periodo fu la reazione al conformismo pittorico italiano del primo Novecento. Quindi abbiamo la rarefazione dei toni in Pio Semeghini (1878-1964) e le chiare influenze di Gaugain e dei fauvisti in Gino Rossi. Emerge anche Amedeo Modigliani (1914-1925) con i suoi "irripetibili capolavori in immagini di assoluta purezza". Il 1909 vede i Manifesti Futuristi in cui si ripudia il passato, si esalta la resa della sensazione del movimento. In particolare nel calabrese Umberto Boccioni (1882-1916) abbiamo i più alti esempi ('La Città di Sale' ed 'Elasticità'). Giorgio De Chirico (1888- ) inventa la pittura metafisica che è surreale ma anche un richiamo alla tradizione. In Carlo Carrà (1881-1966) ad un inizio futurista segue un'espressione metafisica ('Pino sul Mare'). Giorgio Morandi (1890-1964) dipinge delicati paesaggi ed equilibrate nature morte. Mentre la pittura di De Pisis è rapida ed essenziale. Tra gli altri il fiorentino Ottone Rosai (1875-1957) con la sua umana e malinconica poesia. "Un riesame critico della tradizione, dopo l'esperienza arcaicizzante futurista, aveva ispirato verso il 1918 De Chirico, Carrà, Morandi, Martini ed altri, riuniti nel movimento 'Valori Plastici'. Intorno al '22, una involuzione programmatica classicistico-retorica diede vita al gruppo 'Novecento', cui aderirono, peraltro, artisti dell'altezza di Tosi, Sironi, Campigli, i quali conservarono una notevole libertà di giudizio". Operarono in quel tempo pittori come Sironi, Carena, Campigli, Casorati. Nello stesso periodo lavorò Aligi Sassu che "aderisce quindicenne al futurismo ma se ne stacca per abbracciare i chiaristi milanesi per una pittura più impegnata socialmente, con un linguaggio che deriva da Van Gogh, da Matisse ai fauvisti". Dal 1930 a Roma, Torino, Milano, si opposero al conformismo del 'Novecento' il 'Movimento Astrattista' (non figurativo) e quello Espressionistico di 'Corrente' che avviano il reinserimento dell'arte italiana nella cultura europea. Dal 1945 al '50 il 'Fronte Nuovo delle Arti' riunisce artisti dei precedenti gruppi con un ripudio di qualsiasi estetica di programma. Emerge Renato Guttuso con il suo validissimo espressionismo figurativo. In Ennio Morlotti e Bruno Cassinari il colore è il protagonista mentre le forme dell'astrattismo si svelano con Giuseppe Santomaso e Renato Birolli, Piero Dorazio e Achille Perilli. Spicca inoltre l'inquieta personalità di Emilio Vedova. Mentre Osvaldo Licini (1894-1950) sembra 'chiamare' la Transavanguardia degli anni '80. Nel periodo più recente ricordiamo lo Spazialismo di Lucio Fontana che incide la tela con i suoi tagli e fornisce l'idea di un attraversamento degli spazi, dell'andare oltre la tela. Nasce anche l'arte Concettuale che supera la pennellata per divenire forma di un concetto espresso in altro modo, per cui si vedono le tele estroflesse di Bonalumi e Castellani. La Pop(ular) Art, e siamo ormai negli anni '60, focalizza il consumismo occidentale dove immagini di oggetti ci bombardano dai muri, dai giornali, dalle televisioni, e l'artista pop prende questo oggetto e lo isola dal contesto per porgerlo alla contemplazione dell'osservatore. In Italia Mimmo Rotella propone i suoi decollage in cui da manifesti strappati si vedono altri manifesti sottostanti per darci la sensazione della strada e del bombardamento pubblicitario. Anche Mario Schifano ed Enrico Baj. Negli anni '80 cresce la Transavanguardia con Nicola De Maria, Mimmo Paladino, Sandro Chia, Francesco Clemente, in cui è l'"arte come produzione di catastrofe... e precipitazione nella materia dell'immaginario non come ritorno nostalgico ma come flusso che trascina dentro di sé la sedimentazione di molte cose che scavalcano il semplice ritorno al privato e al simbolico" (Achille Bonito Oliva). Nel periodo attuale vi sono vari pittori che si rifanno alla pittura metafisica, iperrealista e surreale (Antonio Nunziante, Marcello Scuffi, Mark Kostabi ed altri), ma anche altri che seguono i canoni della pittura espressionista, astratta e figurativa, dove il colore è il riferimento base alle nuove emozioni dei nuovi tempi (Salvatore Magazzini ed altri). Vi è anche un filone iperrealista che non ammette altra pittura come 'bella' (Nunziante, Sergio Nardoni). La novità è forse data dal Suppletismo (dal latino Suppleo: aggiungo cose nuove) che vuole esprimere con la figura e i colori la propria introspezione psicologica, lasciando emergere immagini, visioni e sogni di un paesaggio non più solo reale, ma soprattutto dell'anima, in un superamento della realtà quotidiana in cui predomina il male di vivere, per giungere in nuovi piani di esistenza. Gli oggetti divengono il mezzo per esprimere altro. Qui l'emozone conduce il gioco e vi è il recupero della pittura con colori e pennello come forma di espressione in un periodo in cui il Concettuale con le sue installazioni la fa da padrone. Bibliografia: L'ARTE MODERNA - Conosci l'Italia, vol.XII - Touring Club Italiano, 1968 L'ARTE ITALIANA di Pietro Adorno - Volume Terzo - Casa Editrice G. D'Anna, 1987 TRANSAVANGUARDIA di Achille Bonito Oliva - Giunti Art Dossier, 2002
Pubblicando il manifesto del Suppletismo l'artista non vuole anticipare giudizi critici o sentirsi un grande pittore, ma esprimere il senso della propria presenza come pittore nel XXI secolo. Il Manifesto del Suppletismo. |